Tra le tante tappe emozionanti del mio Vinitaly 2025, la visita allo stand di Amalberga ha rappresentato un momento particolarmente coinvolgente, capace di raccontare un territorio, una filosofia produttiva e, soprattutto, una visione del vino autentica e contemporanea.
Fondata ufficialmente nel 2015, l’azienda è un vero laboratorio di idee, creato da persone fortemente legate al territorio, a partire da Dario De Pascale, anima del progetto, fino agli enologi Valentino Ciarla e Gloria Battista.

L’obiettivo dichiarato è chiaro: riscoprire e valorizzare i vitigni autoctoni dell’area della DOC Ostuni, attraverso vini freschi, eleganti e longevi.
La cantina, progettata con criteri di ecosostenibilità, è un’opera architettonica integrata nel paesaggio. Interrata per due piani, con temperature naturalmente controllate, rappresenta un esempio virtuoso di produzione a basso impatto e alta qualità.
Un viaggio tra i vitigni autoctoni della DOC Ostuni

Durante la degustazione ho avuto il piacere di assaggiare alcune delle etichette più rappresentative della gamma Amalberga, a partire dal Bianco DOC Ostuni, composto da impigno e francavilla, due vitigni quasi scomparsi, recuperati con passione e competenza. Un vino snello, verticale, ma al tempo stesso dotato di un buon corpo e di una sorprendente freschezza.

Mi ha colpito in particolare la Verdeca in purezza, proposta in due versioni, 2023 e 2024: un esempio perfetto della filosofia produttiva dell’azienda, che punta a longevità ed evoluzione nel tempo. In entrambe le versioni, il vino si è distinto per la sua eleganza, la nota agrumata (che richiama il pompelmo rosa) e una freschezza salina davvero intrigante.

Tra i rossi, l’Ottavianello si è rivelato una bellissima sorpresa: nelle due annate proposte (2023 e 2024) ho trovato una delicatezza aromatica che richiama il Pinot Noir, ma con un’identità tutta pugliese. L’uso sapiente del tempo e della temperatura ha reso evidente la capacità evolutiva del vitigno e la cura nella vinificazione.
Ospitalità e visione
L’incontro è stato anche un momento di piacevole confronto. La disponibilità e la simpatia dello staff, unita alla grande competenza tecnica, hanno reso la visita estremamente arricchente.

Amalberga non è solo una cantina, ma un luogo da vivere, dove il vino è parte di un ecosistema che unisce gastronomia, cultura, sostenibilità e comunità.
Grazie ad Amalberga per l’accoglienza calorosa, per il tempo dedicato e per la passione con cui portate avanti questo splendido progetto, una Puglia autentica e sorprendente.
0 commenti