Il Friuli è una terra di persone forti, coraggiose, con un grande cuore; un popolo tenace, che negli anni Settanta ha saputo risollevarsi e ricostruire il proprio futuro dopo il terribile terremoto che l’ha colpito.

Il Friuli è anche la terra bagnata dal Tagliamento, ultimo grande fiume selvaggio d’Europa, che i friulani hanno protetto gelosamente evitando cementificazione e inquinamento. È ritenuto un ecosistema estremamente prezioso ed interessante, e considerato l’ultimo corridoio fluviale morfologicamente intatto delle Alpi. Per buona parte del suo corso l’intervento invasivo dell’uomo è stato pressoché nullo e le dinamiche fluviali presentano un grado di naturalità unico in Europa.

Per le sue caratteristiche è studiato ogni anno da professori e gruppi di studio di università europee, soprattutto alpine, ma anche provenienti dalle Montagne Rocciose degli Stati Uniti, i cui ricercatori arrivano sulle sue sponde per avere una forma di confronto ed ispirazione per riportare allo stato naturale fiumi ormai compromessi in altre parti del mondo.

Il bacino del Tagliamento è candidato a diventare Riserva della biosferadell’UNESCO.

Ed è proprio in Friuli, a San Martino al Tagliamento, che affonda le proprie radici la famiglia Pittaro, fondatrice di Pitars.

Dagli inizi del Cinquecento i Pittaro si dedicano alla coltivazione della vite e alla produzione di vino, ma la storia vera e propria della cantina inizia nel Novecento con Romano, esperto vignaiolo, che agli inizi del secolo impianta nei propri vigneti Merlot, vitigno importato dalla Francia in Friuli nel 1880.

Romano Pittaro e il figlio Angelo hanno nel sangue il carattere forte del popolo friulano; la loro tenacia li porta a sviluppare, tra le due Guerre Mondiali, i propri vigneti a San Martino, sul greto del Tagliamento. Inizia così la crescita dell’azienda, che si arricchisce dell’esperienza internazionale di Angelo, partito per il Venezuela per rientrare 15 anni dopo e fondare nel 1968 la cantina a San Martino al Tagliamento.

I Pittaro decidono di puntare con decisione sul sauvignon, simbolo dell’intera famiglia con radici profonde nel territorio. Nata come Cantina San Martino, l’azienda vinicola prenderà più tardi il nome Pitars, cognome della famiglia in dialetto locale, che nel marchio si accompagna al biancospino, pianta semplice ed elegante usata un tempo per segnare i confini tra i campi.

Oggi la cantina è condotta dai figli Bruno, Mauro e Paolo Pittaro e dai nipoti Nicola, Stefano, Alessandro, Jessica e Judy.

«La friulanità per noi significa legame con il territorio, una cultura contadina di cui noi siamo l’ultimo baluardo e che porta con sé valori come l’attaccamento al lavoro e la cultura di fare bene le cose. – afferma Nicola Pittaro, responsabile commerciale. – Lavorare in un’impresa famigliare non è facile, perché non si strutturano i processi. Nei momenti più difficili però, quando è necessario tener duro e guardare avanti, la famiglia rivela il suo ineguagliabile valore e dimostra le sue infinite capacità di resilienza e stabilità».

I vigneti della tenuta San Martino si trovano nell’ambiente protetto del Parco Fluviale. Un ecosistema complesso e fragile al tempo stesso, che la famiglia Pittaro salvaguarda attraverso scelte produttive, tanto in vigneto quanto in cantina, atte a ridurre al minimo l’impatto ambientale

Molti sono i progetti sperimentali che riguardano la vigna, come ad esempio la ricerca volta ad autoprodurre biofertilizzanti naturali e la promozione di un’economia di tipo circolare.

In vigneto tutte le macchine sono “intelligenti”, ovvero utilizzano tecnologie 4.0, che monitorano le emissioni di Co2 ed erogano solo la quantità di prodotto necessario per i trattamenti, in modo da ridurre al minimo l’intervento sulla natura.

Dotate tutte di sistema GPS, queste macchine sono in grado di misurare anche la vigoria e la distribuzione fogliale dei singoli ceppi. Per l’irrorazione di prodotti per la difesa della vite vengono usati solo atomizzatori a recupero e per combattere peronospora e oidio si sta sperimentando una via alternativa attraverso induttori di resistenza che permettono, quindi, di rendere più forte e meno vulnerabile la pianta.

Anche la lotta agli insetti dannosi viene effettuata attraverso lo studio di metodi alternativi: oltre alle trappole a feromoni per contrastare la tignola attraverso la confusione sessuale, è stato introdotto un antagonista delle cocciniglie, l’Anagyrus pseudococci, imenottero che depone le uova sugli adulti provocandone la morte.

Pitars è stata la prima azienda che, nel 2007, ha deciso di costruire totalmente in bioedilizia la sua struttura di accoglienza e, in parte, la cantina di vinificazione.

La prima, chiamata Castello del Vino, è stata progettata e realizzata da un pool di architetti del territorio usando materiali integralmente riciclabili, smaltibili quindi a impatto zero.

Inoltre, la presenza di pannelli fotovoltaici a copertura di cantina e Castello permette la produzione di circa 100.000 KW/anno, che corrispondono a circa il 20% del fabbisogno energetico totale dell’azienda.

Tra i vitigni coltivati dai Pitars il Sauvignon Blanc in purezza è divenuto il simbolo della cantina vincendo il Premio Medaglia d’Oro al Concours Mondiale du Sauvignon 2019.

«Il Sauvignon è un vitigno che interpreta al meglio le potenzialità dei nostri suoli, magri e ricchi di sassi. Proprio i sassi contribuiscono ad accumulare il calore e a drenare il terreno. – Afferma Stefano Pittaro, enologo. – I nostri terreni più magri, con forte presenza di sabbie e quindi più asciutti, godono così del beneficio di una forte escursione termica e contribuiscono ad una maggiore intensità aromatica e freschezza dei vini. Caratteristiche importanti per ottenere grandi bianchi; basti pensare a zone del mondo, come ad esempio la regione del Marlborough in Nuova Zelanda, in cui terreni di questo tipo permettono di valorizzare al massimo le varietà bianche».

Il Tagliamento è il creatore della pianura friulana, che ha plasmato durante millenni depositando materiali provenienti dall’arco alpino del Friuli Venezia Giulia. Il suolo è quindi alluvionale e raccoglie tutta la ricchezza dei minerali portati a valle dal fiume. I vigneti di Pitars si trovano in diverse zone e le varietà sono distribuite in modo da rispondere alle peculiarità dei diversi suoli ed ottimizzarne le caratteristiche.

«La vite è una pianta intelligente, che riesce ad adattarsi a quasi tutte le latitudini ottimizzando le risorse a disposizione.  – Commenta Alessandro, classe 1993, che segue assieme a Paolo la parte agronomica. – Un terreno ricco di sassi e magro può condizionare la crescita della vite ma ciò non è un limite per la qualità del prodotto; anzi, al contrario, contribuisce a caratterizzare i vini delle nostre zone. Noi abbiamo scelto di associare ad ogni suolo le varietà ad esso più congeniali».

Nell’anfiteatro morenico in cui si trova l’azienda, le correnti fredde provenienti dalle Alpi si incontrano con le brezze temperate dell’Adriatico. A ciò si unisce l’influenza del Tagliamento.

«Le vigne beneficiano sia dell’aria fresca proveniente dalle montagne, che dello scirocco ricco di sali proveniente dal mare. Allo stesso modo, il terreno e l’acqua di cui le vigne si nutrono sono arricchiti dai costanti apporti del Tagliamento: respirano e si nutrono dell’ambiente naturale creato dal fiume, che fortunatamente ha conservato fino ad oggi un elevato grado di naturalità».

Pitars è sinonimo di impegno non solo ambientale, ma anche sociale.

Il forte legame con le terre del Tagliamento e la posizione nel relativo parco ha portato l’azienda a sostenere le associazioni locali che stanno portando avanti la candidatura a Patrimonio UNESCO per questo straordinario fiume.

L’impegno sociale si concretizza invece nel continuativo sostegno del CRO di Aviano, centro oncologico infantile di eccellenza, con il finanziamento di alcune associazioni di volontariato.

Lo sguardo al futuro ha portato l’azienda a presentarsi all’estero, facendo conoscere l’area delle Grave in tutto il mondo.

«Siamo presenti in 33 paesi e l’export è in costante espansione, tanto che oggi rappresenta il 70% del nostro mercato – spiega Nicola Pittaro, responsabile commerciale. – Canada e Stati Uniti sono le principali destinazioni ma i nostri vini arrivano anche in Australia, Mongolia, Taiwan, Vietnam, Singapore, fino all’isola di Abaton».  In Italia, l’HORECA rappresenta il 50% del bacino d’attività; una buona percentuale del fatturato arriva anche dalla vendita diretta legata all’enoturismo e all’e-shop.

Sauvignon Braida Santa Cecilia Doc Friuli 2018

Questo sauvignon nasce sui terreni sassosi della vigna di Rivolto, all’interno della Tenuta Braida Santa Cecilia (che prende il nome da un’antica pieve), centro logistico per tutte le attività di cura delle vigne Pitars.  Visivamente si presenta con il suo vivace giallo paglierino e il profilo olfattivo risulta intenso e variegato. Primeggiano i sentori varietali come foglia di pomodoro, salvia e bosso, seguiti da nuances fruttate e agrumate che ricordano la frutta esotica, il melone e, sul finale, piccoli fiori bianchi. Il sorso è diretto e molto fresco, chiudendo su una scia sapida ed una lunga persistenza, in linea con il profilo olfattivo. Di particolare interesse gli innumerevoli riconoscimenti ottenuti sia a livello nazionale che internazionale.

Séris Sauvignon Igt Venezia Giulia 2019

Sauvignon ottenuto dalla selezione delle migliori uve dell’azienda ed in particolare da quelle di San Cristoforo e Santa Cecilia: due lati del Tagliamento con caratteristiche molto diverse. Nel calice si presenta di color giallo paglierino, intenso con riflessi dorati, mentre al naso emerge subito una netta complessità olfattiva. Primeggiano papaya, mango, pompelmo rosa, pesca, ma anche fieno, eucalipto, fiori di ciliegio, note iodate e pietra focaia. Il sorso è ampio, avvolgente ed elegante. Le sensazioni ci accompagnano per molto tempo dopo la deglutizione, in ottimo equilibrio e armonia.

Cuntrevint Sauvignon Igt Venezia Giulia 2019

“Cuntrevint è una selezione di estrema qualità, dalle caratteristiche forti e senza compromessi che rende unica questa produzione di sole 700 bottiglie. Una scelta controcorrente, ma che ci rappresenta in tutta la sua unicità. Non poteva chiamarsi altrimenti: concentra gli aromi e i profumi tipici del vitigno cresciuto in questo terroir così particolare, duro eppure gentile con chi sa prendersene cura e la fa da sempre”

Riservato a pochi e non in vendita, questo vino rappresenta l’emblema della viticultura lungo il Tagliamento. Di color giallo dorato ammalia fina da subito per la sua finezza olfattiva. L’impatto è molto garbato, suadente con richiami ad erbe aromatiche come santoreggia e timo, per poi virare verso pesca bianca, melone, frutto della passione e un sottofondo di paglia. Sorso sapido, verticale, con netta scia agrumata sul finale. Ottima la persistenza, allineata con la classe di questo vino.

Pitars
Via Tonello 10/A – San Martino al Tagliamento (Pn)
T. 0434 88078
www.pitars.it
info@pitars.it


Marco Germani

Sommelier e Degustatore Ufficiale AIS, ideatore e proprietario di questo blog, collaboro con le principali agenzie di comunicazione food and wine italiane. Scrivere recensioni è la cosa che amo maggiormente, in un calice di vino ci sono i sogni, le speranze, i sacrifici e il grande lavoro dei produttori, ognuno è una storia a se che merita sempre di essere raccontata.

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