I terrazzamenti in pietra sul territorio sono testimoni della diffusione, un tempo, della viticoltura in Alta Langa. Siamo a sud delle Langhe verso l’appennino ligure, da sempre ambiente sfidante per la vite, sia a causa dell’altitudine delle colline (che raggiungono quasi gli 800 metri), sia per l’esposizione al vento e per il rigore delle temperature. 

A partire dai primi decenni del ‘900 la piaga della fillossera decimò i vigneti, che unitamente allo sviluppo progressivo delle attività industriali determinò il conseguente spopolamento delle aree montane, sancendo il definitivo abbandono della viticoltura a favore di produzioni diverse, come la coltivazione della nocciola, o dei prati e dei pascoli per l’allevamento ovino.

A partire dagli anni ‘90 del secolo scorso si è registrato un graduale ritorno della coltivazione della vite anche a quelle quote altimetriche un po’ inusuali e oggi, a causa del generale innalzamento delle temperature, boschi, pascoli e noccioleti si alternano ai vigneti in un equilibrio armonico tra opera degli uomini e natura.

Tenuta Carretta vigneti

È in questo contesto che nasce il Langhe DOC Riesling Campofranco, frutto del nuovo progetto viticolo di Tenuta Carretta a Cissone, in Alta Langa, e in commercioper la prima volta con l’annata 2020.

«Campofranco richiama nel nome un ritorno alla viticoltura in un’area da troppo tempo non più coltivata a vigneto, e quindi tale da poter essere ormai considerata “franca”», spiega Giovanni Minetti, A.D. di Tenuta Carretta.

«Questo vino rappresenta per l’azienda una nuova tappa della rivalutazione di una zona vocata alla produzione vitivinicola – spiega Minetti – che, dopo il successo dell’Alta Langa spumante, negli ultimi anni sta portando a sorprendenti risultati qualitativi soprattutto per effetto del netto cambiamento climatico cui stiamo assistendo. Il riesling renano è un vitigno straordinario e dà origine a un vino molto complesso e intrigante sia dal punto di vista olfattivo, con i caratteristici aromi minerali, sia dal punto di vista gustativo per la sua verticalità, per la nitidezza e l’estrema pulizia al palato. È un vitigno cui sono personalmente legato, perché ha segnato il mio percorso professionale sin dagli esordi, anche più del nebbiolo. Insieme al pinot bianco e al pinot nero è stato il protagonista della mia tesi di specializzazione in viticoltura ed enologia, conseguita oltre quarant’anni fa. Era il frutto della vinificazione (da me personalmente curata) di due vigneti sperimentali realizzati nel 1975 nel territorio della Comunità montana Alta Langa, a Benevello e a Serravalle Langhe, in condizioni – al tempo – particolarmente difficili».

Campofranco vuole essere un vino che evidenza l’eccezionalità dell’abbinamento suolo, clima, vitigno ed esperienza umana, innovativo sempre nel nome della valorizzazione della tradizione, quale motore di straordinario sviluppoe lo fa anche nella veste grafica delle bottiglie.

Il Langhe Riesling Campofranco fa parte della lineaetichette d’autore”, dedicata al genio artistico della pittrice e scultrice piemontese Rosetta Avalle. Il suo tratto, sempre riconoscibile, regala uno sguardo unico e originale sull’essenza femminile, all’eterna ricerca della sua rappresentazione in corpi rotondi e materni o spigolosi e austeri, attraverso forma e colore, volumi e ombre.  

Il vigneto

La storia del riesling renano in Piemonte inizia a metà degli anni ‘70, quando l’ampelografo Roberto Macaluso decise di far piantare due vigneti sperimentali in Alta Langa, a Benevello e a Serravalle Langhe, ottenendo risultati di indubbio interesse.

Tenuta Carretta

Alla luce di quell’esperienza, Tenuta Carretta decise di seguire questo percorso in considerazione della grande vocazionalità espressa dai terreni di proprietà di Cissone, in Alta Langa, elementi che hanno permesso di dare vita al Langhe Riesling Campofranco.

I suoli sono sedimentari, di origine marina e soffici, con caratteristiche opposte ai suoli della Mosella dove è di casa il riesling renano, che sono invece molto superficiali e con una importante matrice rocciosa.

Ma la differenza sostanziale è data però dalle caratteristiche microclimatiche dell’Alta Langa. Si tratta di una zona poco piovosa, che nelle esposizioni sud-ovest tende a evidenziare decise carenze idriche e quindi a essere motivo di forte stress per le piante.

Anche per questo il vigneto Campofranco, situato a circa 630 metri di altitudine, è stato realizzato con un’esposizione prevalente a nord, per beneficiare di temperature più fresche e della naturale conservazione dell’umidità nel terreno che evita così l’insorgere di un deficit idrico dannoso a un’equilibrata crescita della vite.

Anche l’altitudine contribuisce a rallentare il ciclo vegetativo delle piante, allungando l’epoca di vendemmia e dando vita a vini dall’intrigante personalità. La superficie complessiva del vigneto è di ettari 2,74, e gli attuali impianti sono stati effettuati dal 2017 al 2021.

Langhe DOC Riesling Campofranco

Langhe Riesling Campofranco

«Il riesling renano è una varietà poco conosciuta e poco coltivata in Italia, e in Piemonte in particolare, dove attualmente i vigneti occupano una superficie complessiva di poco superiore ai 60 ettari. Per noi si tratta di una grande sfida, con tante cose da imparare e poche possibilità di confronto. Per esempio, la determinazione del momento migliore per la vendemmia rimane un elemento cruciale, perché l’equilibrio di questa varietà è molto delicato: abbiamo avuto bisogno di due anni per arrivare al risultato che volevamo» spiega Paolo Scaiola, enologo di Tenuta Carretta.

Dopo la raccolta, che avviene manualmente ad inizio ottobre, le uve vengono pressate intere a mezzo di una pressa pneumatica, con la dovuta protezione del mosto dalle ossidazioni. Dopo poche ore di macerazione sulle bucce, il mosto viene posto a fermentare ad una temperatura di 16°, con affinamento sulle fecce fini in tini d’acciaio inox per i successivi otto mesi. L’imbottigliamento avviene nel giugno successivo alla vendemmia, cui segue un periodo di affinamento minimo di 18 mesi in bottiglia.

Il vino nel bicchiere ha colore giallo dorato, profumo intenso, con la caratteristica, evidente nota minerale accompagnata da sentori di mela verde, fiori appassiti e dal finale speziato.

A livello gustativo è dotato di una buona verticalità, nitido, elegante, sapido e vivo, con una bella vena acida, di estrema piacevolezza e grande personalità.

Fonte Well Com srl


Marco Germani

Sommelier e Degustatore Ufficiale AIS, ideatore e proprietario di questo blog, collaboro con le principali agenzie di comunicazione food and wine italiane. Scrivere recensioni è la cosa che amo maggiormente, in un calice di vino ci sono i sogni, le speranze, i sacrifici e il grande lavoro dei produttori, ognuno è una storia a se che merita sempre di essere raccontata.

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