Vignamaggio, azienda tra le fondatrici del primo consorzio di vino italiano, e il suo “microcosmo” nel Gran Giardino del Chianti Classico.

Vignamaggio è una delle più antiche aziende agricole d’Italia, annoverata tra le aziende fondatrici del Consorzio del Chianti Classico, di cui è ambasciatrice nel mondo con i suoi prodotti d’eccellenza tra cui il Chianti Classico Riserva Gherardino e il Gran Selezione Monna Lisa.

Vignamaggio, tenuta di 400 ettari tra Greve e Panzano in Chianti, patrimonio condotto a regime biologico che si integra con il paesaggio circostante all’interno di una visione policulturale che, oltre alla centralità del vino, comprende la cura del bosco, gli uliveti, i cereali, gli orti, l’allevamento di maiali di Cinta Senese e di pecore.

vignamaggio chianti classico

Una nuova visione del Chianti Classico: un grande giardino dove il vigneto è parte integrante di un sistema agricolo biologico in cui uomo e terra vivono in sintonia in una comunità sostenibile, reinterpretando la tradizione policolturale delle tipiche fattorie toscane.

Dalla villa rinascimentale al borgo, passando per orti, oliveti, vigne, boschi e pascoli, Vignamaggio è un microcosmo in cui vogliamo infondere nuova linfa nella tradizione policolturale delle fattorie toscane, in un progetto di riqualificazione paesaggistica, produttiva e architettonica.

Gli elementi chiave di Vignamaggio sono tutti contenuti e concettualmente espressi nel logo:

  • La villa: simbolo di accoglienza e dell’offerta di ospitalità diffusa
  • Le vigne:simbolo di produzione vinicola
  • Il giardino: simbolo di innovazione e del nuovo progetto di riqualificazione
  • Gli olivi: simbolo di tradizione e della storica produzione di Olio Extravergine di Oliva
  • I cereali: simbolo della diversificazione colturale

La storia di Vignamaggio

Sette secoli di storia documentata fanno di Vignamaggio una delle più antiche aziende agricole d’Italia. Una pergamena del 1404 è la testimonianza che la produzione di vino ha attraversato le epoche, le proprietà, le generazioni.

Dalla famiglia Gherardini a quella rinascimentale dei Gherardi; dal conte Bino Sanminiatelli all’avvocato Gianni Nunziante; fino all’attuale proprietà di Patrice Taravella, uno degli architetti più visionari dei nostri tempi.

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Vignamaggio non ha mai smesso di essere un centro policolturale capace di produrre vino, cultura ed emozioni. Perla enoturistica dall’alto valore storico e paesaggistico, Vignamaggio è tra le aziende fondatrici del primo consorzio italiano, istituito nel 1924 quando un gruppo di 33 produttori di vino si riunì a Radda per fondare il Chianti Classico.

Oggi il vino è l’eccellenza che guida la riscoperta di una tradizione agricola millenaria in cui la vocazione policolturale diventa il sogno ad occhi aperti di un luogo pragmatico eppure magnetico.

Ogni prodotto di Vignamaggio è un inno al legame con il suo territorio: nasce, cresce e viene trasformato in loco per il consumo di ospiti e clienti in tutto il mondo, in armonia con il «saper fare» e il «saper essere» di un luogo eccezionale.

Vignamaggio Oggi

Trasformare Vignamaggio nel Gran Giardino del Chianti Classico: un’esperienza da vivere a tutto tondo, una fattoria biologica proiettata nel futuro.

Oggi Vignamaggio rappresenta l’incontro armonioso tra architettura paesaggistica e produzione vinicola di qualità. Il sogno di una fattoria in cui ogni prodotto agricolo ha un legame diretto con la sua terra.

Sotto la guida dell’architetto Patrice Taravella, Vignamaggio ha intrapreso un ambizioso progetto di restauro volto alla valorizzazione e alla salvaguardia della biodiversità.

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Il Territorio

Fu il Granduca di Toscana Cosimo III, nel 1716, a circoscrivere l’area in due diversi editti intorno al commercio del vino e ai confini della regione. Per la prima volta nella storia, una legge veniva emanata per proteggere e valorizzare un prodotto agricolo d’eccellenza, legandolo, di fatto, alle qualità intrinseche del territorio.

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Geograficamente la zona del Chianti comprende l’area collinare tra le provincie di Firenze e Siena: è la porzione più storica e vocata che può fregiarsi della denominazione «Classico», contraddistinta in etichetta dal simbolo del Gallo Nero. Circa 7.300 ettari di vigneti tra i comuni di Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Panzano in Chianti, Castelnuovo Berardenga e, parzialmente, San Casciano Val di Pesa e Barberino – Tavarnelle.

Vignamaggio si trova a metà strada esatta tra Firenze e Siena, tra Greve e Panzano in Chianti, cuore storico del Chianti Classico.

I 65 ettari di vigneto coltivati a regime biologico si possono suddividere in sette “microzone”, ciascuna dotata di identità e peculiarità uniche, capaci di comporre un mosaico espressivo di notevole ricchezza.

La maggior parte dei vigneti si trova nell’Alta Valle della Greve, considerata una delle culle del Sangiovese, dove nasce l’omonimo fiume, che fa da spartiacque territoriale tra l’Unità Geografica Aggiuntiva «Greve» – da cui è prodotto il Chianti Classico Terre di Prenzano –e l’UGA «Panzano», da cui provengono le uve per i Chianti Classico Riserva Gherardino e Gran Selezione Monna Lisa.

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U.G.A. GREVE – verso i Monti del Chianti

La parte destra della «valle» di Vignamaggio – ovvero quella orientale – insiste sulla parte meridionale dell’Unità Geografica «Greve». È la zona (300 – 400 metri s.l.m. in media) delimitata ad Est dai rilievi dei Monti del Chianti. I suoli sono molto variegati, un mix di argille e macigno che, con l’aumentare dell’altezza, presentano scogli di alberese e arenaria, soprattutto in vicinanza della U.G.A. «Lamole», la più alta del Chianti Classico.

U.G.A PANZANO – cuore del Chianti Classico

La parte alla sinistra del fiume è compresa invece nella U.G.A. «Panzano», la più vitata della denominazione, una delle aree storicamente più vocate del Chianti Classico. Caratterizzata da terreni calcareo argillosi, la U.G.A. Panzano si trova sul crinale della catena collinare che divide la valle del Torrente Pesa, ad Est, da quella del fiume Greve a Ovest.

La gran parte dei vigneti è posta ad una altezza compresa tra i 350 e 450 metri, collocazione ideale per il Sangiovese. Il suolo, non fertile e ricco di sassi, lascia un’impronta molto marcata nel corredo organolettico dei vini di Panzano, manifestandosi con eleganti note minerali sempre presenti in sottofondo.

A Panzano, Vignamaggio coltiva alcuni vigneti all’interno della celebre Conca d’Oro, che afferisce al bacino del fiume Pesa, dove le colline formano anfiteatri naturali. Punta di diamante della viticoltura chiantigiana, la Conca d’Oro è un sorprendente teatro naturale di vigneti perfettamente esposto a Sudovest. L’assenza di boschi e rilievi genera una luminosità diffusa che porta ad eccellenti maturazioni e vini di grande carattere.

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I vigneti di Vignamaggio

I 65 ettari di vigneto di Vignamaggio si possono suddividere in sette “microzone”, ciascuna caratterizzata da suoli e microclimi diversi. Sono sette «microterroir» dotati di identità e peculiarità uniche, capaci di comporre un mosaico espressivo di notevole ricchezza.

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Prenzano – Petriolo

Nucleo storico di Vignamaggio, Prenzano-Petriolo conta circa 9 ettari di vigneti nella parte più alta dell’azienda sulla destra del fiume, ad un’altitudine di 340-400 metri, con esposizione Sudovest. I suoli poggiano sulla formazione geologica del Macigno, arenaria a cemento argilloso e lasso, tipica della zona. L’alta percentuale di sabbia (oltre il 40%) e la grande quantità di scheletro arenaceo donano uve per vini Sangiovese di media struttura e fruttati. È qui che si produce il Chianti Classico Terre di Prenzano. Una parte del vigneto di Santa Maria a Petriolo, invece, è destinato al Merlot in purezza.

Solatìo

Circa 13 ettari di vigneto ad un’altitudine di 275-340 metri, appartenenti al nucleo storico dell’azienda. I terreni appartengono alla formazione geologica di Sillano detta anche «complesso caotico delle argille scagliose», ovvero un mix molto variegato di argilla (fra il 25 e il 30%), sassi arenacei e calcarei. Solatìo è la zona più luminosa; questo favorisce la concentrazione delle sostanze polifenoliche durante la maturazione delle uve. Coltivato in prevalenza a Sangiovese, il vigneto di Solatìo accoglie anche l’appezzamento storico del Cabernet Franc (con un’età di oltre 30 anni) e un piccolo appezzamento di Syrah da cui si produce il rosato Albaluce.

Poggiarelli

Appezzamento di 6 ettari di recente acquisizione, situato a Nord di Vignamaggio. Occupa in gran parte un altipiano caratterizzato da dolci pendenze che digradano verso il fiume Greve, a 300 metri circa di altitudine. La vicinanza alla Greve e la sottostante formazione geologica di Sillano danno terreni molto variegati con punte di argilla che sfiorano il 30%. Da Poggiarelli si ottengono le uve adatte alla produzione dei vini Chianti Classico; da una piccola porzione coltivata a Malvasia del Chianti si ottiene invece il Vinsanto del Chianti Classico.

Orto – Poggio Asciutto

Appartenenti al nucleo storico di Vignamaggio, i filari si estendono sulla riva sinistra del fiume Greve per 15 ettari a un’altitudine di 260-300 metri. L’esposizione a Est rende la zona relativamente più “fresca” e versatile, specie nelle annate siccitose. I suoli sono variegati, anch’essi appartenenti al complesso caotico delle argille scagliose. Orto-Poggio Asciutto è coltivato a Sangiovese, Cabernet Franc, Chardonnay, Merlot, Malvasia e Trebbiano per il Vinsanto del Chianti Classico.

Vitigliano – Prato

Appezzamento di circa 13 ettari di vigneti esposti a Sudovest e disposti attorno alla villa di Vitigliano, conosciuta con il nome Borgo di Vignamaggio, tra i 330 e 400 metri di altitudine. I terreni qui si fanno più equilibrati, con minore presenza di argilla e ottima capacità drenante. Il vigneto più alto (400 m) poggia su argilliti scistose, il cosiddetto Galestro, ed è infatti denominato «Campo de’ Sassi». La parte restante è interessata dalla formazione di Sillano, con terreni di tipo misto, a prevalenza argillosa. Da Vitigliano-Prato provengono le uve per i Chianti Classico Riserva Gherardino e Gran Selezione Monna Lisa, nonché IGT Toscana Sangiovese di Vitigliano.

Querceto

Corpo di vigneti di 6 ettari ubicato all’interno della celebre Conca d’Oro di Panzano in Chianti, l’unico appezzamento ad afferire al bacino del fiume Pesa. L’altitudine è fra 340 e 450 metri con esposizione a Ovest. Il vigneto più elevato, denominato “Bianca Roti”, poggia sulla formazione geologica detta Pietraforte, un’arenaria a cemento calcareo che dà luogo a un terreno molto equilibrato e drenante, con alta presenza di sassi di piccola dimensione. La parte più bassa si trova invece sulla formazione di Sillano ed è più variegata. La complessità dei suoli e il particolare microclima dell’area – caratterizzato da un’elevata luminosità – concedono uve molto ricche, capaci di raggiungere gradi di maturazione ottimali. È da Querceto che si ottengono le uve Sangiovese destinate a produrre il Chianti Classico Gran Selezione Monna Lisa.

Montagliari

La più recente acquisizione di Vignamaggio si estende attorno alla storica Fattoria di Montagliari – oggi «Fattoria di Vignamaggio» – su terreni posti a Est del borgo di Panzano in Chianti. Circa 3 ettari a 350 metri di altitudine con una fresca esposizione a Nord Est che poggiano su di un’enclave geologica di Pietraforte, la stessa pietra utilizzata per la costruzione dei palazzi rinascimentali. Disfacendosi, la Pietraforte dà origine a suoli pietrosi e argillosi che donano ai vini ottimo equilibrio e una spiccata nota minerale. Montagliari è coltivato principalmente a Chardonnay e Pinot bianco.

Il “Gran Giardino”

La conversione al biologico di Vignamaggio si inserisce in una più ampia visione di sostenibilità che include il ripensamento in chiave olistica di tutta la gestione agronomica. L’obiettivo del progetto – visionario e coraggioso – è quello di una vera autarchia agricola, il sogno di un Gran Giardino in cui ogni prodotto di Vignamaggio è figlio della sua terra.

il gran giardino

La centralità del vino è stata affiancata dalla coltivazione di orti, campi e uliveti; i prati sono stati riconvertiti a pascolo. La riscoperta della policoltura ha imposto pratiche di circolarità ma anche il ritorno a pratiche antiche e abbandonate, come il recupero dei muretti a secco in funzione agricola e paesaggistica.

Oggi Vignamaggio è un microcosmo produttivo retto da un ecosistema autosufficiente: un laboratorio di biodiversità che pensa al presente per progettare il futuro di un’agricoltura sostenibile, il più possibile varia e interconnessa.

il gran giardino
Foto sito web Vignamaggio

Il progetto Arca di Noè

A partire dal 2014, Vignamaggio ha intrapreso un’opera di selezione massale volta a riprodurre migliori biotipi presenti fra i vitigni autoctoni della tenuta. Il progetto, denominato «Arca di Noè», mira a valorizzare un patrimonio genetico eccezionale: oltre 200 piante sono state scelte per la moltiplicazione in base a criteri analitici, visivi e organolettici per ottenere cloni indigeni dalle caratteristiche superiori.

Un vigneto sperimentale ha accolto i ceppi appartenenti a varietà quali Sangiovese, Canaiolo nero e bianco, Ciliegiolo, Malvasia bianca, Trebbiano, Colombana e Mammolo; è stata individuata anche una varietà rara e quasi sconosciuta, l’Occhiorosso, presente da tempi remoti nell’area di Greve in Chianti ma mai censito dall’ampelografia ufficiale. Microvinificazioni sperimentali, costanti assaggi e analisi chimiche hanno classificato i cloni migliori con cui sono già stati impiantati 3 ettari di vigneti aziendali.

La Produzione enologica

Il lavoro nel vigneto in Vignamaggio è un’opera di continuo adattamento alle mutevoli condizioni climatiche delle annate e delle caratteristiche specifiche di suoli, esposizioni, vocazioni. Un’armonizzazione delle differenze che permette di sviluppare e rafforzare l’espressività dei singoli microterroir e la loro vocazione ai grandi vini.

Fra i filari vengono utilizzate colture di copertura (orzo, senape, favino, trifoglio) per arricchire i terreni ed evitarne l’erosione, mentre i concimi sono naturali: compost ottenuto dal letame degli allevamenti e dai residui di potature, maturato per almeno due anni. Il bosco viene curato con attenzione, con la consapevolezza del dialogo della vigna con il suo contesto.

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La valorizzazione dei microterroir iniziata in vigna prosegue in cantina attraverso una rigida selezione delle uve, che viene attuata in campo durante la vendemmia; manualmente su di un nastro di cernita; e infine meccanicamente, grazie a un sistema automatico a lettura ottica. L’identità espressiva dei vigneti viene preservata attraverso vinificazioni separate, unite in blend soltanto quando i singoli vini hanno svelato il loro carattere compiuto.

In cantina Vignamaggio privilegia macerazioni non eccessive e affinamenti lunghi e delicati, capaci di regalare profumi fruttati, profondità e morbidezza, con l’obiettivo di creare vini tradizionali e territoriali, che uniscano alla schietta espressione del territorio del Chianti Classico l’eleganza rinascimentale di Vignamaggio.

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La degustazione

Ampia panoramica per la degustazione dedicata alla stampa, prodotti identitari del territorio e dell’azienda, raccontati dall’ enologo Francesco Naldi.

Si parte con il Chianti Classico Terre di Panzano DOCG 2020, il prodotto di “annata” di Vignamaggio, dal fruttato maturo di prugna e mirtillo, ricordi vanigliati, fresco, pulito e con tannini presenti ma sempre ben integrati.

Segue Chianti Classico Riserva Gherardino DOCG 2018, che accenna riflessi granati dalla sfavillante luminosità, e un boquet più incentrato su evoluzioni di tabacco biondo, cuoio e pepe bianco, sfumature di liquirizia e un sorso elegante e dalla piacevole morbidezza frutto dell’ottima integrazione dei tannini.

Per il Chianti Classico Gran Selezione MonnaLisa DOCG abbiamo avuto a disposizione tre diverse annate. La 2017, con un tannino ancora in corsa, ottima freschezza e profilo olfattivo dinamico, la 2015, che ha svelato un’impronta alcolica superiore ma comunque ben amalgamata nel sorso, quest’ultimo molto in sintonia con il fruttato percepito all’olfatto e la 2010, dall’imponente aspetto, ottimo al naso con rimandi balsamici, mentolati e di mora e ciliegia sottospirito, sorso setoso e infinita persistenza.

Ultimo campione l’ IGT Cabernet Franc, questa volta in quattro diverse annate. 2019, di buon equilibrio, tipicità e piacevolezza, 2016 sempre in evoluzione, con decisa personalità e conferma dei tratti del vitigno, la 2008 segna un leggero calo, probabilmente a causa dell’annata di vendemmia, mentre la 2006 svela un olfattivo tipico e allo stesso tempo elegante, dall’ottima finezza. Il ricco fruttato di mirtillo, lampone, ribes ben si lega ai sentori classici di peperone grigliato per poi aprirsi su evoluzioni boisée e dolci speziature. Sorso avvolgente, morbido, trama tannica dall’ottima levigatura e integrazione, finale lunghissimo e molto coerente.

degustazione vignamaggio

L’ospitalità a Vignamaggio

L’ospitalità diffusa di Vignamaggio è un’esperienza immersiva in cui godere di ogni elemento in un sistema armonico pensato “per far bello il giorno”: una celebrazione del piacere delle piccole cose e dei doni della natura. Splendidi giardini, boschi e terreni agricoli circondano le strutture ricettive che Vignamaggio mette a disposizione tra cui l’hotel La Pensione, le coloniche appena rinnovate e Il Borgo, la nuova parte della tenuta dedicata agli eventi.

Vignamaggio.com


Marco Germani

Sommelier e Degustatore Ufficiale AIS, ideatore e proprietario di questo blog, collaboro con le principali agenzie di comunicazione food and wine italiane. Scrivere recensioni è la cosa che amo maggiormente, in un calice di vino ci sono i sogni, le speranze, i sacrifici e il grande lavoro dei produttori, ognuno è una storia a se che merita sempre di essere raccontata.

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