Michele Chiarlo è serenamente mancato all’età di 88 anni, nella sua abitazione di Calamandrana. Produttore vinicolo, fondatore dell’azienda che porta il suo nome, è stato protagonista assoluto per la denominazione Nizza e ambasciatore della cultura enologica italiana, portando il Barolo, il Moscato e la Barbera d’Asti nel mondo.

Nato il 25 maggio 1935, Michele Chiarlo ha dedicato la sua vita alla creazione di vini di qualità e alla valorizzazione del territorio. Figlio di viticoltori, dopo le scuole medie, riuscì a farsi iscrivere alla scuola enologica di Alba “a patto di essere sempre promosso”.

Suoi compagni di studi furono, come lui, i futuri protagonisti dell’enologia italiana: Pietro Ratti, Ezio Rivella, Franco Ziliani, Giuliano Noè e Giacomo Tachis. Nel 1956, a soli 23 anni, decise di iniziare la sua carriera di imprenditore vitivinicolo, avviando con la sorella un’attività di imbottigliamento e contemporaneamente iniziando a occuparsi della cascina e dei vigneti di famiglia.

Michele Chiarlo Nizza

Convinto sostenitore della tradizione vinicola piemontese, l’aspirazione all’eccellenza lo portò ad una minuziosa opera di selezione e acquisizione dei più vocati appezzamenti di Langhe, Monferrato e Gavi.

Non solo un percorso di crescita imprenditoriale, ma anche una forte volontà di rivalutare il territorio, a partire dall’acquisizione nel 1988 della borgata Cerequio a La Morra, la conseguente ristrutturazione e l’apertura del resort Palás Cerequio.

Nel 1989 acquisì due ettari sulla collina di Cannubi, difficilissimi vista la pendenza che sfiorava il 50%, realizzando il primo vigneto a ciglioni inerbiti delle Langhe, per contribuire a combattere l’erosione e il dissesto idrogeologico.

Motore trainante per il territorio Astigiano, Michele Chiarlo ha sempre creduto nel potere della condivisione e del fare squadra per raggiungere un obiettivo maggiore e comune, intravedendo da subito le potenzialità di questa zona e impegnandosi a fondo per dare prestigio al vitigno Barbera.

Michele Chiarlo Nizza

Fautore e primo presidente dell’Associazione dei Produttori del Nizza docg, a partire dalla metà degli anni ’60 è tra i primi produttori piemontesi a credere nel successo del vino italiano all’estero, battendo instancabilmente i mercati del Nord Europa e quelli americani, guadagnando la fiducia degli importatori e dei consumatori in tutto il mondo.

Nella sua carriera di imprenditore, durante gli anni ’80 ha ricoperto anche il ruolo di Presidente del Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, oltre ad essere stato tra i fondatori storici del Consorzio Grandi Vini – prima associazione sovraregionale di produttori vitivinicoli nata per favorire l’esportazione dei vini italiani di qualità – e dell’Istituto Grandi Marchi, per la promozione della cultura e la tradizione del vino italiano all’estero.

Michele Chiarlo Nizza

Nel 1995 Michele Chiarlo acquista Tenuta La Court, a Castelnuovo Calcea, un corpo unico di oltre 20 ettari, disposti su due colline.

Per Michele Chiarlo il vino non è mai stato soltanto “vino”, piuttosto la somma di elementi che sono alla base di una comunità: la storia, la cultura, l’arte, le tradizioni, la convivialità e, soprattutto, il territorio, la vera origine di ogni etichetta.

Con questa visione e con la collaborazione degli amici Emanuele Luzzati e Ugo Nespolo, nel 2003 nasce l’Art Park La Court, il primo esempio di parco artistico tra i filari, un museo a cielo aperto con installazioni di artisti di fama internazionale come i già citati Luzzati e Nespolo, Giancarlo Ferraris e Chris Bangle.

Michele lascia la moglieGiuseppina e i figli Alberto e Stefano, da anni entrati in azienda a fianco del padre.

La famiglia Chiarlo ringrazia tutti coloro che hanno condiviso con Michele questa straordinaria avventura, con la gentile richiesta di non donare fiori ma un’opera di bene alla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro

www.michelechiarlo.it

Fonte Well Com


Marco Germani

Sommelier e Degustatore Ufficiale AIS, ideatore e proprietario di questo blog, collaboro con le principali agenzie di comunicazione food and wine italiane. Scrivere recensioni è la cosa che amo maggiormente, in un calice di vino ci sono i sogni, le speranze, i sacrifici e il grande lavoro dei produttori, ognuno è una storia a se che merita sempre di essere raccontata.

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