Un’alta ed incantevole collina toscana, tra Greve in Chianti e Panzano, ospita la tenuta Vecchie Terre di Montefili. In questo luogo dove la storia, la natura e la tradizione enologica si intrecciano da sempre, è iniziata l’avventura straordinaria che ha unito il destino di tre amici statunitensi appassionati dell’Italia, Nicola Marzovilla, Frank Bynum e Tom Peck Jr., e quello dell’esperta enologa Serena Gusmeri.

La storia di Serena Gusmeri, enologa di Vecchie Terre di Montefili, è un intreccio di passione e dedizione per la natura. Un’infanzia trascorsa ai piedi delle Alpi Lombarde, a Brescia, tra un orto di famiglia e galline nel cortile ha ispirato la sua connessione profonda con la terra: “La natura è sempre stata nella mia anima“, racconta Serena, vivere con essa e fare cose con le mie mani mi ha sempre resa felice.”

Il suo percorso nel mondo dell’enologia inizia all’Università di Verona e si arricchisce con il conseguimento della laurea magistrale a Milano, passando per l’Australia, dove scrive la tesi.

Vecchie Terre di Montefili

Dopo gli studi, Serena trascorre un anno e mezzo in Franciacorta, specializzandosi nella produzione di vini frizzanti, per poi trasferirsi per sei anni in Campania, tra Benevento e Ischia. È qui che si sviluppa il suo approccio distintivo, negli anni in Sud Italia, Gusmeri studia il comportamento delle piante, enfatizzando le loro attitudini senza correzioni e raggiunge una consapevolezza fondamentale: ogni vigneto è unico, plasmato dall’ecosistema che lo circonda.

Fin dall’inizio, Serena si è completamente immersa con professionalità nel contesto ambientale e aziendale di Vecchie Terre di Montefili, con l’obiettivo di esprimerne l’essenza, forte del pensiero che ogni singolo angolo di terra è un mondo a sé, con esigenze e una storia uniche.

Il terroir prima di tutto

Trattare ogni singolo ettaro come un vino a sé e, in cantina, fermentazioni spontanee e lunghi invecchiamenti in botti di medie e grandi dimensioni. Quando il frutto è buono, infatti, il ruolo dell’enologo in cantina è solo quello di facilitare delicatamente il viaggio dalle uve al vino.

Vecchie Terre di Montefili

Dal Chianti Classico, fino ai Super Tuscan Anfiteatro e Bruno di Rocca, ogni bottiglia racconta una storia diversa, con scelte specifiche per permettere a ogni annata di esprimersi.

Sono convinta che il vero segreto del vino risieda nel rispetto della terra e nell’ascolto attento delle viti. Vecchie Terre di Montefili è un luogo unico che ho la fortuna di poter esprimere in ogni singola bottiglia. Nel nostro piccolo sapremo raccontare una storia bella del Chianti Classico e del Sangiovese, rispettosa e dalle radici solide. Abbiamo fatto tanto in poco tempo, abbiamo concentrato le nostre energie sulla sostenibilità e sulla conoscenza di ogni singola vigna per esprimere quello che madre natura ci ha donato in termini di diversità di suoli, altitudine ed equilibrio. La strada è stata tracciata e proseguiremo su questa con convinzione”.

Nel Chianti Classico

Comunicare il Chianti Classico e i Super Tuscan in tutte le loro sfumature, attraverso un approccio innovativo e sostenibile alla produzione, è l’obiettivo alla base della filosofia produttiva di Vecchie Terre di Montefili.

L’impianto del primo vigneto di Sangiovese nominato “Anfiteatro” risale all’anno 1975, al quale seguono ulteriori impianti grazie alla nuova proprietà e ad un approccio attento ed innovativo della bresciana Serena Gusmeri, enologa e agronoma, a capo dell’azienda.

Vecchie Terre di Montefili

L’azienda si colloca sulla cima della collina panoramica Monte Fili, di origini antichissime e da cui prende il nome. Dal 1995 fa parte del bio-distretto di Panzano, primo distretto biologico italiano che esprime la volontà di ricercare la sostenibilità da parte dei viticoltori aderenti, rafforzando la forza della collettività.

L’azienda si estende per una superficie vitata di 12,5 ettari nel comune di Greve in Chianti, al confine delle UGA (Unità Geografica Aggiuntiva) del Chianti Classico di Panzano e Montefioralle. I suoli hanno peculiarità uniche dovute alla presenza di tre distinte lingue di roccia madre composte da galestro, marne di alberese e quarzo feldspatico in un sito collinare che permette un clima idoneo soleggiato, ventilato e con buona escursione termica.

Vecchie Terre di Montefili

Progetti e certificazioni ambientali

Vecchie Terre di Montefili abbraccia una filosofia produttiva improntata sulla ricerca dell’eccellenza, con un profondo rispetto per l’ambiente. Concretamente ha preso piede con l’avvio di un ambizioso progetto scientifico avviato nel 2018 e realizzato grazie a Vite Nova Vine Wellness.

La ricerca prevede la raccolta periodica di campioni di microfauna e loro catalogazione, questo permette di valutare costantemente la salute delle viti e l’impatto dell’attività agricola sulle stesse. Le vigne dell’azienda, principalmente di uve Sangiovese, insieme a 1,2 ettari di Cabernet Sauvignon, sono coltivate con metodi sostenibili.

Ogni parcella è davvero unica ed è considerata un viaggio alla scoperta della sua migliore espressione. La vinificazione di ogni singolo vigneto avviene separatamente: un approccio che permette a ogni grappolo di esprimere il suo potenziale.

Vecchie Terre di Montefili

L’obiettivo primario è produrre vini che riflettano la vera essenza delle uve della singola parcella, delle condizioni climatiche dell’annata, del suolo di appartenenza e, così facendo, rispettare il terroir d’origine, la natura, i suoi tempi ed i suoi incantevoli elementi per le future generazioni.

Vecchie Terre di Montefili ha recentemente ottenuto la certificazione Diversity Ark (registrata presso EUIPO e certificata a livello europeo dall’Ente CSQA). Essa nasce dopo anni di studio e di collaborazione con varie aziende agricole ed associazioni di produttori, tra queste anche Vecchie Terre di Montefili.

Alla base della certificazione c’è il rispetto della biodiversità di suolo ed ambiente, attraverso un approccio olistico all’agricoltura che si attua con la tutela degli elementi che si interfacciano con il processo agricolo.

Dallo stato di benessere dei suoli, alla certificazione della biodiversità faunistica dell’appezzamento e della ricchezza di piante. Il secondo aspetto è l’approccio scientifico che si attua con analisi e monitoraggi sulla biodiversità, campionamento del suolo, analisi di insetti artropodi e analisi della biodiversità floristica.

Ultimo aspetto, ma non meno importante, l’azienda certificata deve rispettare un innovativo disciplinare che non consente l’uso di diserbanti e impedisce l’utilizzo di antiparassitari rischiosi per la salute umana. Inoltre, inserisce, all’interno dei controlli, una sezione speciale per la presenza o meno di plastiche nel terreno, problematica che sempre più affligge l’agricoltura.

I Vini

Vecchie Terre di Montefili è in una posizione privilegiata a 540 metri sopra il livello del mare, in una zona le cui condizioni sono ideali per coltivare le uve autoctone di Sangiovese e Ciliegiolo (impiantato nel 2022 per la prima volta nell’azienda), nonché l’internazionale Cabernet Sauvignon. I vigneti, circondati da oliveti e boschi, offrono un ambiente idilliaco che si riflette nei vini prodotti.

Vecchie Terre di Montefili

Ho avuto il piacere di provare l’intera gamma d produzione dei rossi, a partire dal Chianti Classico 2020, proveniente dalle vigne più basse a prevalenza di galestro, un sangiovese che racconta il suo territorio, dotato di vibrante freschezza e buon equilibrio. Il Chianti Classico Gran Selezione 2019 proviene invece dall’assemblaggio di due diverse vigne, ha tannini ampi e setosi, godibile e dal finale intenso.

Vigna Vecchia 2019, prodotto in sole 2572 bottiglie, proviene dalla seconda vigna di sangiovese dell’azianda, datata 1981. Presenta un bel carattere, tannini eleganti, struttura complessità e persistenza.

Vigna nel Bosco 2019 proviene da una vigna acquistata nel 2017. Una piccola produzione che si “stacca” dagli altri sangiovese, dotata di longevità e un “tono” quasi “baroleggiante”. L’altitudine, il suolo e la presenza di un bosco creano un microclima non tipico per un Chianti Classico, che si distingue per i suoi toni scuri e una beva più impegnativa.

Anfiteatro 2019: anno 1975, la prima vigna aziendale. Un sangiovese vecchio impianto dotato di grande storicità. Incarna a pieno la radice toscana, intenso, con netti richiami ad arancia sanguinella, leggere affumicature, sorso intenso e buon rapporto tannico-acido.

Bruno di Rocca 2016: 85% Cabernat Sauvigno, 15% Sangiovese provenienti da impianti del 1982. Un vino che necessita di lunghi affinamenti per esprimere al meglio il suo potenziale. Il naso è garbato, nemmeno troppo “tipico”, un Cabernet Chiantigiano, dotato di buona bevibilità, complesso ma gentile, dal sorso dinamico e il lunghissimo finale.

Accoglienza

Una visita a Vecchie Terre di Montefili è un’esperienza unica. L’azienda dispone di spazi accoglienti per ospitare i visitatori: dalla terrazza panoramica, alla bella sala degustazione sino all’ambiente della “cantina segreta” dove si trova la collezione privata delle annate storiche.

Vecchie Terre di Montefili

La squadra internazionale di Vecchie Terre di Montefili accoglie quotidianamente e per tutto l’anno visitatori che, oltre a vivere la bellezza del luogo, chiedono di poter degustare i prodotti lì dove nascono, accompagnati da sapori tradizionali toscani.

L’accoglienza è parte della cultura toscana ed è nel DNA di Vecchie Terre di Montefili. Lo scopo è far cogliere all’ospite la bellezza dei vigneti e del paesaggio in un’esperienza sensoriale immersiva.

Vicchie Terre di Montefili


Marco Germani

Sommelier e Degustatore Ufficiale AIS, ideatore e proprietario di questo blog, collaboro con le principali agenzie di comunicazione food and wine italiane. Scrivere recensioni è la cosa che amo maggiormente, in un calice di vino ci sono i sogni, le speranze, i sacrifici e il grande lavoro dei produttori, ognuno è una storia a se che merita sempre di essere raccontata.

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