La Contralta nasce nel 2019, un’azienda giovane fondata da Roberto Gariup, responsabile tecnico e winemaker, e Nicola Dettori responsabile finanziario dell’azienda.
Prende il nome da una piccola spiaggia adiacente a uno dei vigneti della tenuta, ma per i sardi la contra è anche il nome dei punti di avvistamento naturali.
La Contralta sorge su un territorio antichissimo, integro, dove la vite attinge dalla Natura a piene radici. Una natura che si fa anche arte e storia con i Nuraghi, le Tombe dei Giganti e che ha nell’aria l’odore mediterraneo della macchia e le forme bizzarre delle pietre.
I Fondatori
Roberto Gariup e Nicola Dettori, due storie diverse per un impegno comune. Roberto, friulano, trasferitosi in Gallura dall’età di 14 anni, da sempre apporta la passione per i vini bianchi della sua terra, dritti, verticali, asciutti. Nicola Dettori, sardo al cento per cento, nato a Nuoro, ma cresciuto in Gallura, vuol spingere l’azienda fuori dall’isola, verso sempre nuovi e esigenti mercati internazionali.
Insieme iniziano a sperimentare nuove tecniche produttive: dalle lunghe macerazioni, all’utilizzo di diversi contenitori per la fermentazione, ai lunghi affinamenti in bottiglia. Interssante sottolineare che queste tecniche non vengono “ostentate” in etichetta, ma rappresentano unicamente il mezzo attraverso il quale i vini dell’azienda prendono forma.
I vigneti
Undici ettari, non tutti ancora produttivi, per una produzione di circa 32.000 bottiglie annue. Il corpo più grande – cinque ettari – è a Enas, piccola località alle porte di Olbia, vocato in particolare per il Vermentino grazie a terreni nati dal disfacimento granitico e ricchi di sali minerali come il potassio.
Il vigneto più vecchio, è esposto a nord-est a un’altezza di cento metri sul livello del mare. Qui troviamo anche Cannonau e Carignano.
Gli altri due ettari sono a Palau dove è stato scelto l’impianto ad alberello. La vigna quasi sconfina sulla spiaggia, il mare è a due passi e il vento, che sia Maestrale o Scirocco, non manca mai. È un terreno più sabbioso con una componente limosa e qui il granito si fa più rosso per l’importante presenza di ferro.
Un vigneto sostanzialmente povero di sostanza organica e che ha bisogno di costanti sovesci. Questo è soprattutto il posto del Cannonau che guarda all’arcipelago della Maddalena e alla Corsica. A breve arriveranno anche due ettari di Vermentino.
La cantina
Il lavoro della cantina di Enas è stato affidato allo studio Conzinu-Desteghene di Olbia, fondato da due giovani architetti sardi, con una lunga esperienza di progettazione e realizzazione alle spalle.
La Contralta è il loro primo intervento in campo vitivinicolo e per la struttura è stato realizzato un nucleo dove forma e funzione si integrano per andare incontro alle esigenze di lavoro e di accoglienza. La cantina segue la naturale pendenza del terreno integrandosi con le linee del paesaggio.
Ha un piano interrato dedicato all’invecchiamento con una barricaia ipogea e altre due aree isolate per i contenitori in cemento e l’anforaia interrata. L’architettura a vista, al piano superiore, ha uno sviluppo in orizzontale alleggerito da ampie vetrate, il cui interno è dedicato alle degustazioni e allo shop.
Lo spazio ricettivo si apre sul paesaggio con vista sul golfo di Olbia che spazia fino a Tavolara. La parte opposta ha un tetto a falde ed è destinata all’arrivo delle uve e alle fermentazioni. I materiali usati richiamano la zona circostante con l’impiego del granito e del legno. Interno ed esterno si caratterizzano per linee pulite e dai colori chiari ed opachi.
Le etichette
Tutti i vini del “La Contralta” sono raccontati da alcuni dei versi di Umberto Saba e di Giuseppe Ungaretti. Sono rime che Roberto Gariup ha letto e riletto durante le settimane di lockdown e da cui ha tratto ispirazione per presentare il suo lavoro.
Il segno grafico invece è stato affidato a John Pawson, uno dei padri dell’architettura minimalista inglese. Un altro grande nome che ha dato ispirazione alla realizzazione di queste etichette è quello di Costantino Nivola, architetto e artista sardo.
Una figura decisiva, uno di quei professionisti che hanno contribuito a rendere l’architettura modernista, percepita come fredda e distante, più vicina al pubblico e ai reali fruitori degli spazi di tutti i giorni.
Nivola ha normalizzato l’arte, privandola della sua aura di eccezionalità e avvicinandola alla vita quotidiana e alla semplicità, così com’è lo stile de La Contralta, semplice, lineare, un ritorno alla purezza delle origini.
La degustazione
Fiore del sasso, Vermentino di Gallura Docg Superiore 2021
L’80% della massa sosta in acciaio sulle proprie fecce fini, il restante 20% affina in tonneau di rovere francese di primo passaggio, entrambe per 8 mesi. Una volta imbottigliato affina un ulteriore mese in vetro prima di essere commercializzato.
Dal brillante dorato, emerge un profilo di carattere. Sfumature di macchia mediterranea in accordo con pompelmo, melone, pesca gialla, mandorla. Interessante il bilanciamento tannini/alcol (una parte è vinificata con le bucce), che fa apprezzare un sorso dinamico e intrigante. Di questo vino vengono prodotte circa 10.000 bottiglie all’anno.
Al sol brilla, Vermentino IGT Isola dei Nuraghi Bianco 2020
Vermentino in chiave “orange wine”. Anche qui controllo della temperatura, fermentazione sulle bucce per 15 giorni e poi passaggio in tonneau per un anno. Prima di andare in bottiglia sosta ancora in acciaio e arriva in vetro senza chiarifiche e filtrazioni.
* Roberto Gariup: “Adoro il Vermentino, un’uva semi-aromatica, croccante, piacevole e dal finale ammandorlato. Certi cloni mi ricordano quasi il Moscato e questa sua poliedricità la rende divertente da lavorare. Volevo che il Fiore del Sasso fosse un Vermentino dalla grande pulizia aromatica, elegante e teso. I profumi giusti sono quelli della macchia mediterranea spazzata dal vento continuo che tira da queste parti. Non volevo una beva convenzionale, che ricordasse tanti vini che vanno in commercio troppo presto. Il Vermentino è un’uva invece che sa aspettare. Per questo ho pensato anche a una versione macerata, in grado di lasciare in bottiglia tutta la fragranza del vitigno. Da friulano amo questo genere di vini: sono bottiglie spesso emozionanti perché ti pongono in contatto con l’essenza del vino”.
Nel calice vira dal color ambra al ramato, di ottima luminosità e trasparenza. Olfattivo ampio, declinato su dolci speziature, e caratterizzato da note burrose, frutta candita, sbuffi di vaniglia e fiori di mimosa. Sorso corposo, morbido e dal buon bilanciamento. Sul finale un nerbo tannico, abbinato a piacevole sapidità chiude con netta pulizia e duratura persistenza. L’azienda ne produce circa 3.000 bottiglie all’anno.
Sicut Erat, Vermentino Isola dei Nuraghi IGT 2021
Fermentazione a contatto con le bucce per 22 mesi, segue la separazione dalle fecce con torchio manuale e successivo passaggio in anfora per 9 mesi. Senza filtrazioni o chiarificazioni affina altri 3 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
Dorato intenso, consistente e dal deciso impatto olfattivo. Nespole, pesche, albicocche mature, pasta di mandorla, caramella d’orzo e miele ben si combinano nel calice. Il sorso è strutturato, ben coerente con quanto già percepito al naso. Lungo il finale, fresco e pulito dalla piacevole sensazione calorica e tannica. La produzione si attesta sulle 1.500/2.000 bottiglia annue, una produzione molto ambita e di non facile reperibilità.
L’ora grande, Cannonau di Sardegna Doc Rosso 2021
Affina in botti da 500 litri di rovere francese di primo passaggio e cemento per 6 mesi. Trascorso questo tempo il vino viene rimesso in acciaio, filtrato e imbottigliato, dove affina ulteriormente un altro mese. Ne sono state prodotte 3.300 bottiglie.
Luminoso rosso rubino, esprime eleganza al primo sguardo. Ciliegia, frutti di bosco, viola, sfumature di pepe e di eucalipto. Sorso bilanciato, dove alcol e setosi tannini corrono insieme alla piacevole freschezza, amplificata dai suoli granitici che caratterizzano il vigneto, verso un lungo finale fruttato.
Roberto Gariup: “la mia idea di rossi esce dal cliché sardo che li vuole potenti, alcolici e impenetrabili. Punto invece sul colore scarico del Cannonau, su un odore intenso di frutta rossa e spezie e sulla finezza ed eleganza . Mi piace il finale morbido e avvolgente con un tannino che non secca il sorso, ma che fa da spalla alla beva”.
M’illumino, Carignano IGT Isola dei Nuraghi Rosso 2021
L’uva vendemmiata viene fermentata per quindici giorni a contatto con le bucce in tino aperto senza controllo della temperatura e il vino ottenuto lasciato affinare in rovere francese per diciotto mesi. Verranno imbottigliati 320 magnum.
Acceso rosso rubino, molto vivace. Rosa, piccoli fiori selvatici, mora di gelso, ribes. Sul finale accenni erbacei e tostati. Sorso ottimamente bilanciato con perfetta dosatura alcolica, piacevole trama tannica, un finale “di classe” e carattere sfuma con giusta balsamicità. Affina per 19 mesi in botti di rovere e per un mese in bottiglia.
Le ultime cose, Vermentino Passito 2021
Ed infine una piacevole anteprima, un vermentino passito e fermentato sulle bucce con sosta di 12/20 mesi in barrique nuova.
Non nascondo la felicità di essere stato il primo ad averlo provato, una quantità limitata per un bellissimo esperimento. Sapidità, freschezza, ottimo corpo e un colore ammaliante per 80g/l di zucchero e 14,50 gradi alcolici.
Un ringraziamento speciale a Roberto Gariup per l’accoglienza e la disponibilità
La Contralta srl
Società Agricola, Olbia (SS)
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