Dal 1977 l’azienda si distingue per l’attitudine pionieristica e la visione incentrata sulla valorizzazione del suo terroir unico e l’esplorazione di nuove prospettive viticole.

Grattamacco sorge tra le più alte colline di Bolgheri, nel comune di Castagneto Carducci, in una tenuta circondata da boschi e contraddistinta da suoli marini ancestrali.

Un‘azienda vitivinicola dall’attitudine pionieristica: la seconda a nascere a Bolgheri nel 1977; la prima in assoluto a vinificare il Bolgheri Rosso, a credere nel Vermentino e a valorizzare i vigneti delle alture bolgheresi con l’acquisto degli appezzamenti a Casavecchia; una delle poche a mantenere il Sangiovese nel blend che dà vita al Bolgheri Superiore e ad adottare il sistema di allevamento dell’alberello nel territorio.

Grattamacco
Credit @Stefano Casati

I pionieri della DOC Bolgheri

Erano gli anni ‘70 quando Grattamacco iniziava la sua avventura nell’estrema frontiera di Bolgheri, un luogo di terre bianche, impervie e poco fertili. Lo stesso nome, «Macco», indica le dure pietre di arenaria e calcare che venivano scartate durante la fusione del ferro, già conosciute dagli Etruschi e dai Romani e utilizzate a basamento delle strade.

Una terra dove «grattare pietre e fatica», ubicata sulle colline al confine della pianura costiera, circondata da impenetrabili boschi. Una nuova frontiera agricola che aveva bisogno di trovare il suo eldorado e persone capaci di vedere oltre la durezza del luogo. Questa fu la missione di Grattamacco.

Grattamacco
Credit @Stefano Casati

Tra la fine degli anni ‘70 e i primi anni ‘80, i frutteti vennero estirpati in favore dei filari, scegliendo le varietà d’uva più adatte alle argille bianche che affioravano in superficie. Vennero piantati il Vermentino, allora inusuale in questa zona, il Sangiovese e le varietà bordolesi, il cui adattamento ebbe del prodigioso.


Grattamacco fu tra le prime realtà a scegliere le alture di Bolgheri per produrre vino, presentando la sua prima annata nel 1982. Fu inoltre la prima cantina a imbottigliare un Bolgheri Rosso nel 1994 subito dopo la nascita del disciplinare, diventando così un alfiere della DOC nel mondo.

La forza minerale delle argille bianche e le alture di Casavecchia


Dagli anni ‘90, Grattamacco rappresentò un’avanguardia anche nella conduzione biologica dei suoi 34 ettari di vigneti, situati su suoli che ospitano alcune delle concentrazioni di argille sodiche e flysch più significative della costa toscana.

Grattamacco
Credit @Stefano Casati

Tra i filari le argille affiorano fino alla superficie creando uno strato bianco visibile a occhio nudo.

È il risultato dell’evaporazione di un ancestrale lago salato, residuo del ritiro oceanico.

La scomparsa delle acque salmastre, avvenuta più di 5 milioni di anni fa, ha favorito la formazione di un substrato di argille ricche di sodio a cui si unisce il disfacimento del flysch, un particolare tipo di roccia calcareo-marnosa di origine tettonica.

Questi elementi creano un mix geologico in grado di marcare i vini in profondità, rendendoli unici.

Dona ai bianchi una lampante sapidità, freschezza e longevità tipica dei vigneti affacciati sul mare. Mentre ispira nei rossi eleganza e verticalità, favorendo la perfetta sintesi tra struttura salina e dolcezza tannica.

La particolare posizione del poggio, circondato dai colli che si elevano a formare la propaggine settentrionale delle verdi Colline Metallifere, crea un microclima mediterraneo protetto. Le brezze marine accarezzano i grappoli e il clima è asciutto, segnato da notevoli escursioni termiche che aiutano lo sviluppo aromatico delle uve.

Grattamacco
Credit @Stefano Casati

Grattamacco è una delle aziende vitivinicole più elevate del territorio, con vigneti che arrivano a 200 metri di altitudine. È stata infatti una delle prime aziende di Bolgheri a intuire il potenziale di Casavecchi, collina a nord-est di Castagneto Carducci, in cui dal 2013 ha avviato un’opera di risanamento dei primi vigneti risalenti al 1998, e di nuovi impianti.

Con l’ultimo impianto di 2 h del 2017, destinato alla varietà Sangiovese, oggi l’azienda coltiva la più ampia area vitata di questa particolare collina raggiungendo i 10 ettari.

Beneficiando dell’altitudine del luogo, della vicinanza alle zone boschive e della composizione dei terreni (un perfetto mix di argille bianche e arenarie quarzose) Grattamacco oggi vendemmia uve capaci di preservare freschezza ed equilibrio, potenza ed espressività, senza gli eccessi alcolici dati dal recente aumento delle temperature.

Grattamacco

Il particolare microclima di Casavecchia ha già dato prova di essere in grado di temperare le conseguenze delle elevate temperature estive o viceversa di eccessi di umidità preservando la sanità delle uve e agevolando maturazioni equilibratedichiara Luca Marrone, enologo di GrattamaccoQuando siamo arrivati in quelli che sarebbero diventati i nostri vigneti di Casavecchia, siamo rimasti colpiti dalla loro particolare posizione e dalle similitudini col terroir di Grattamacco. Inoltre, l’assaggio dei vini provenienti dai vigneti già presenti in Casavecchia ci ha definitivamente convinto che investire su questa collina, a tratti impervia ma incredibilmente vocata, fosse la strada da perseguire. Oggi questi vigneti giocano un ruolo fondamentale nel preservare ed enfatizzare lo stile di Grattamacco, votato ad esaltare la naturale eleganza del Bolgheri. Per questo, insieme alle varietà internazionali quali Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, abbiamo deciso di dedicare una sempre più ampia porzione alla coltivazione del Sangiovese che qui, grazie al clima fresco e asciutto, ha trovato il luogo ideale in cui esprimere la freschezza e l’eleganza che gli sono propri”.


Meno tecnologia, più terroir

Il segreto di Grattamacco risiede in una vinificazione “nuda” in cui la perfezione del frutto è accompagnata nella sua naturale trasformazione in vino. Le uve, attentamente selezionate durante la vendemmia, vengono lasciate fermentare spontaneamente in tini troncoconici aperti.

Grattamacco
Credit @Stefano Casati

Niente temperature controllate ma una costante presenza in cantina per le follature manuali e il controllo delle macerazioni, che sono lente e delicate. L’affinamento è in legno di rovere, a cui seguono gli assemblaggi e un lungo riposo in bottiglia.  

Le lavorazioni sono condotte a mano cercando il minor intervento possibile. Si agisce sui dettagli e sulle reali necessità dei vini, alla ricerca di uno stile «puro», «incontaminato», capace di ripristinare l’autentico legame tra il vino e la sua terra.

Grattamacco
Credit @Stefano Casati

Oggi la produzione dell’azienda si concentra su 4 etichette: Grattamacco Bianco Bolgheri Vermentino DOC, il Bolgheri Rosso DOC, L’Alberello IGT, e l’icon wine di Grattamacco, Grattamacco Bolgheri Rosso Superiore DOC, esempio di come Sangiovese e vitigni internazionali possono vivere in perfetta armonia. 

www.collemassariwines.it

Fonte Well Com


Marco Germani

Sommelier e Degustatore Ufficiale AIS, ideatore e proprietario di questo blog, collaboro con le principali agenzie di comunicazione food and wine italiane. Scrivere recensioni è la cosa che amo maggiormente, in un calice di vino ci sono i sogni, le speranze, i sacrifici e il grande lavoro dei produttori, ognuno è una storia a se che merita sempre di essere raccontata.

0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *