La ricerca di metodi sempre più attenti al risparmio energetico e meno impattanti passa anche per la Cantina Sottomarina. ‘Mormora’ verrà presentato per la prima volta a Verona (Vinitaly – Pad. 11 Stand B5).
Paololeo è la prima azienda pugliese ad aver incantinato in mare, grazie all’immersione di 1011 bottiglie di Metodo Classico Pas Dosé da due varietà autoctone da riscoprire, la Verdeca e il Maresco.Il suo nome è “Mormora”, specie di pesce salentino.
Il Vinitaly 2024 sarà l’occasione per presentare questa straordinaria novità al pubblico. È il culmine di un anno di studio e di scoperta continua, grazie ad assaggi mensili, che hanno monitorato passo dopo passo tutte le evoluzioni di un vino unico, maturato nelle profondità marine.
![mormora paololeo](https://www.tuscanysommelier.com/wp-content/uploads/2024/03/immagine-204-1024x562.png)
Il mare di Porto Cesareo, una delle riserve marine più belle d’Italia, ha accudito le bottiglie per 12 mesi a -30 m, riparandole dalla luce e dall’influsso delle fasi lunari. Il movimento marino ha consentito di lasciare i lieviti in sospensione nella bottiglia e attuare così un bâtonnage costante e naturale, necessario in affinamento.
![mormora paololeo](https://www.tuscanysommelier.com/wp-content/uploads/2024/03/Logo.jpg)
Il progetto della cantina sottomarina per la Paololeo ha una valenza particolare perché intrinsecamente legata a due aspetti a cui l’azienda tiene particolarmente: la sostenibilità e la sperimentazione enoica. Certificata Equalitas dal 2021, pubblica annualmente il proprio bilancio di sostenibilità oltre al proprio Codice Etico.
La Cantina Sottomarina è una sperimentazione in completa linea con il concetto di risparmio energetico, perché in mare non si necessita di impianti di refrigerazione e di giropallett.
<<Con questo obiettivo, abbiamo condotto uno studio assieme all’Area Marina Protetta di Porto Cesareo. – Afferma l’enologo Nicola Leo. – La scelta di affinare le bottiglie in mare è spinta anche dalla volontà di sfidare le mille potenzialità del vino e dimostrare la sua grande versatilità grazie alla valorizzazione di due varietà autoctone pugliesi. Il risultato è qualcosa di unico e sorprendente.>>.
Fonte Gheusis
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